Dicono dei Pooh pag3 - Stefano D'Orazio

Vai ai contenuti
dicono dei pooh logo
PUPI AVATI
PUPI AVATI
Pur nutrendo gusti musicali più orientati verso  il jazz, ricordo con autentica emozione l'esperienza che vissi nel lontano 1979 realizzando per la Rai un film incentrato su un concerto dei Pooh al palazzetto dello sport di Udine. Ricordo che tutti i miei pregiudizi un pò snob nei riguardi di quel genere di musica vennero a cadere e ne rimassi sedotto. A tratti oggi mi capita di rivederli in televisione e rivivo la stessa emozione di allora. Il loro grande merito è quello di essere restati uniti e coerenti con quella che era la loro peculiarità, evidente fin dalle origini, e pur tuttavia riuscendo a guardare sempre il presente. E' così che si diventa dei classici. Questo il mio saluto e il mio augurio.
Zucchero
ZUCCHERO FORNACIARI
Conservo ancora una goccia di velluto rosso che i Pooh mi avevano regalato quando avevo 13 anni, poichè tutte le mattine per una settimana di fila andavo a sentire le loro prove offrendo dei panini al prosciutto, in quanto mio padre aveva una alimentari di fronte ad un locale da ballo. Da allora sono sempre stato un fan dei Pooh e ho avuto anche il grande piacere di suonare con Dodi in Adelmo e i suoi sorapis, 40 anni di grande musica, tutti meritati...tanti auguri per altri 40 anni dal vostro fratello.
PREMIATA FORNERIA MARCONI
PREMIATA FORNERIA MARCONI
Le regole d'oro di una band?
1) Non darsi mai un Poohnto d'arrivo. 2) Un uso Poohlito delle voci. 3) interventi Poohlsanti con gli strumenti. 4) Contare su di un Poohbblico fedele. 5) Poohntellare il successo. Questo è il POOHzzle di un successo lungo 40 anni!
Ron
MAX PEZZALI
MAX PEZZALI
Nel nostro mestiere, difficile non è durare, bensì mantenersi ad alto livello di creatività, energia e supporto del pubblico. Ricordo le passeggiate serali con i miei genitori quando ero piccolo, giù fino al chiosco dei gelati sul Lungoticino, col jukebox che suonava Pensiero; quando ascolto i loro successi recenti e vedo i palasport gonfi di persone di ogni età che fanno festa, mi rendo conto che se si ha così tanto talento si può continuare a incantare il pubblico rimanendo sempre al livello più alto di questa strana e meravigliosa professione. Un pò li invidio... Bonariamente
massimo boldi
MASSIMO BOLDI
La vita comincia a 40 anni. I Pooh sono come la vità!
pacifico
PACIFICO
Avevo 12/13 anni, ero in vacanza a Jesolo con i miei genitori. Con Giordano, un mio amico d'infanzia, ci arrangiavamo a suonare, ovviamente per conoscere ragazze e fare amicizia. Nel mio nutrito repertorio di chitarrista da spiaggia (ruolo nel quale ero francamente un fenomeno...) "Dammi solo un minuto" e "Pierre" erano 2 cavalli di battaglia, molto richiesti; la prima soprattutto perchè consentiva, come molte canzoni dei Pooh, di sfogarsi e diventare protagonisti urlando a squarciagola nel ritornello. Loro poi, avevano i laser, tracce luminose, squarci del buio che all'epoca lasciavano a bocca aperta, venivano indietro dal futuro: di lì a poco il ronzio e la spada di ObiuanKenobi. Non si vedevano facilmente cose del genere in Italia; certo, Pink Floyd, Genesis ma per chiunque non avesse un fratello maggiore a illustrare l'atlante delle tendenze della musica internazionale i Pooh rappresentavano la finestra più accessibile a una dimensione di grande spettacolo. Una sera erano li a suonare. Ho un ricordo bellissimo del concerto. La loro storia, la capacità di scrivere canzoni importanti per generazioni diverse, la qualità infallibile delle loro melodie hanno fatto sì che la mia stima per loro resistesse agli anni e alle mie differenti esperienze musicali. Quindi, li (vi) ringrazio. Un abbraccio.
RAFFAELE MORELLI
RON
Tanti gruppi musicali sono nati in questi 40 anni, ma pochi sono rimasti in questo nostro mondo fatto di note. Ci vuole passione, talento, comprensione, lealtà e a volte l'amicizia per poter restare uniti, senza lasciarsi condizionare da un ego che arriva inevitabilmente quando si ha successo. I Pooh sono rimasti intatti, inesorabili, organizzati e soprattutto sempre uniti da una grande intelligenza. Dal loro forno inesauribile esce in continuazione musica che guarda sempre avanti. Sanno che il pubblico non può non fare a meno del loro artistico prodotto. In un mondo plastificato come il nostro, chi ha fatto la storia con la propria musica si sente in dovere di continuare a stupire e far sognare senza ossessioni, con grande leggerezza, ma con la sicurezza di essere sempre e per tutti i Pooh.
RAFFAELE MORELLI
A volte la vita fa l'appello e chiama a incontrarsi uomini che vengono uniti dal loro talento. Formano, forse senza neppure saperlo, un'atmosfera che è più grande delle loro anime individuali e divengono le parole, le musiche che il mondo ha bisogno di ascoltare, di fare sue. I Pooh non lo sanno, ma sono il canto, la voce, le emozioni, i sentimenti di una "magia" che li ha fatti incontrare, per regalare a tutti noi la consaoevolezza che la parte più grande di noi non appartiene ai pensieri, ai ragionamenti, ma alla creatività dell'anima, alle sue profondità, dove il tempo si annulla, dove i sentimenti danzano e sono protagonisti. Loro hanno avuto in tutti questi anni un grande merito: farsi da parte, mettere sullo sfondo il loro IO individuale per farsi guidare da quella "sorgente inesauribile" che quindi  è il loro canto e che apre le porte al TUTTO, che inspira in ogni istante il nostro essere nel mondo con gli altri, con gli amici, gli amori, insomma con tutti gli "umoni soli" che hanno voglia di sentirsi parte centrale della trama dell'UNIVERSO. E' prio così: il Tutto canta attraverso le loro voci...per tutti noi.
SAMUELE BERSANI
SAMUELE BERSANI
Sono di Cattolica. Quando ero bambino (anni 70) passavo molti dei miei pomeriggi in un negozio di strumenti musicali. Si chiamava La Musicale Adriatica. Era molto più grande di qualsiasi negozio che potreste immaginare. Non è un ricordo falsato dal tempo. Era grande come 6 reparti di un ipermercato. Mi piaceva stare li a provare le tastiere o a invidiare quelli che erano arrivati prima di me, respirando l'odore dolciastro e inconfondibile delle custodie di chitarra aperte, passando e ripassando davanti alle foto autografate degli artisti in posa appese al muro dietro alla cassa, vicino alle scatole coi plettri colorati. Ecco, mi ricordo che un giorno pensavo di aver visto una fotografia... e invece erano appena entrati i Pooh in carne, ossa e pantaloni attillati. Provate a pensare all'euforia che ho visto negli occhi del proprietario, immaginate gli addetti ai reparti che non stavano più nei panni, pensate alla cassiera che per l'emozione si rifaceva il trucco per la terza volta...non è che mi sono sentito d'intralcio, diciamo che non mi sono sentito proprio indispensabile (avevo otto anni) e sono corso fuori a guardarli dalla vetrina come dal vetro di una Tv. Un abbraccio GRANDE a tutti e quattro.
menu button
Torna ai contenuti